La battaglia: mattino (1)

L’armata Elfica si mise in moto ben prima del sorgere del sole. Primi a muoversi furono i manipoli di esploratori che rivestivano e il ruolo di avanguardie per riconoscere il terreno e quello di protezione lungo i fianchi della fanteria pesante e del complicato seguito di carriaggi; dopo una attesa pari a quella prevista dal manuale della scuola di guerra si misero in marcia le compagnie di lancieri e, ancora più tardi, le salmerie, assieme alle quali viaggiava re Szibelis con la sua piccola Guardia affidata alla Bastarda Reale. Il re avrebbe preferito muoversi con lo Stato Maggiore dell’armata, ma aveva dovuto piegarsi alle insistenze del Generale dell’armata, col quale si era schierata anche la Bastarda Reale nel suo ruolo di comandante in campo della Guardia, che aveva indicato come decisive per la scelta le maggiori possibilità di difesa e protezione; sottovoce, aveva anche suggerito al re che così sarebbe rimasto più vicino alla puttana che tanto gli era piaciuta e che era stata caricata su di un piccolo carro coperto.

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Prima della battaglia (20)

Rebon aveva detto il vero: oltre la porticina, nel buio si intravedeva un secondo piccolo fabbricato davanti al quale spiccavano la gigantesca sagoma di Toson e quella, ugualmente robusta ma piccola al confronto, di Irina Fiodorovna. Ognuno di loro reggeva un piccolo lume, che agitarono brevemente come a far segno di avvicinarsi. La Regina inciampò due volte, prima di riuscire a percorrere i pochi gradini di ruvida pietra che scendevano fino ad un uscio dall’aspetto rustico e contemporaneamente robusto, e fu sorretta da Tessa con qualche difficoltà; mentre Irina Fiodorovna, con passo sicuro ed aspetto fiero faceva strada, Toson si chinò verso Belladonna e le disse poche parole, ottenendo in cambio un cenno di assenso.

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Prima della battaglia (19)

“Sono sicura di riuscire a prenderla fino alla guardia”. La Regina sorrise e prese a leccare, con lunghi e lenti movimenti della lingua, il pomo che ornava l’impugnatura di osso e che, rigonfio come era, imitava la punta di un turgido membro. Guardando fisso negli occhi l’Elfa, la Regina spalancò poi la bocca e molto lentamente vi introdusse l’elsa; con piccoli movimento del polso, la fece penetrare fino alla guardia, piegando leggermente il collo all’indietro.

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Prima della battaglia (18)

La fermò la voce della Regina. “Sei molto bello, sai? Mi piacciono gli ufficiali, porti una bellissima uniforme, ho voglia di giocare al gioco del piacere con te. E tu, mi trovi bella?”. Belladonna si bloccò lì dove era, ad un niente dalla pelle bianca e morbida, richiamata alla realtà dal potere che in qualche modo le imponeva di non toccare la Regina per proteggerla e proteggersi. Allo stesso tempo, da molto lontano, sentì rimbombare la voce di Hidenseek.

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