Le Terre Sconosciute (2)

“Mia signora, Bruin sta tornando”. La Strega aveva visto prima e meglio di lei. “Ha fatto il segnale convenuto, col tuo permesso passo parola alla retroguardia di Devrj”.
“Fai pure”.
Dopo l’orribile morte di Ana Larsdottir il compito di scegliere gli Elfi da cedere ai Barbari era infatti passato a Devrj, che non aveva particolari ragioni per odiare gli Elfi; non che il piccolo e bruno ufficiale proveniente dalle Isole ne fosse contento, e lo aveva spiegato francamente a Belladonna.
“Mia signora”, aveva detto, “preferirei stare in prima linea, non mi piace fare il carceriere”. Da buon soldato aveva però obbedito, ed anche in questa occasione avrebbe fatto il suo dovere.

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Le Terre Sconosciute (1)

Belladonna aveva diviso le sue forze; una parte del battaglione era rimasta nella città barbara occupata, e facendo perno su di essa effettuava quotidianamente aggressive ricognizioni, dalle quali i manipoli ritornavano spesso trascinando qualche Uomo del Nord che si era spinto troppo lontano dalla sua famiglia durante l’inseguimento di qualche preda; l’altra parte, alla guida dell’ufficiale maggiore, che aveva tenuto con sé la fanteria montata e le compagnie in cui non erano presenti lancieri che facessero parte del popolo degli Uomini Liberi, aveva ripreso il viaggio verso la città che ospitava il Re dei Boschi: più lentamente di quanto Belladonna avrebbe voluto, dovendo sempre far marciare anche gli Elfi prigionieri, sia pure in numero ridotto. Elfi che dovevano essere controllati molto più strettamente: davanti all’alternativa di finire come schiavi nel Nord più freddo e selvaggio avrebbero anche potuto decidere di ribellarsi e tentare di sopraffare i lancieri che li scortavano.

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Festa a Corte (3)

Irina Fiodorovna, soggiogata dal potere, si alzò in piedi e indossò la protesi con la disinvoltura data dalla lunga pratica; davanti ad Aliena Ivanovna, ancora ammanettata ed inginocchiata, esitò per un solo battito di ciglia, poi la afferrò per i capelli e la penetrò in bocca. La giovane puttana bionda, a sua volta preda del potere della Regina, accolse il rigido moncone fino in fondo alla gola, poi prese a muovere la testa avanti ed indietro.

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Festa a Corte (2)

Il cerusico si staccò con una certa fatica dalla moglie e si mosse rigidamente attraverso il salone; si fermò a due passi da Aliena Ivanovna e dovette distogliere lo sguardo: aveva letto non la paura, ma l’odio più profondo e cupo negli occhi azzurro cielo della puttana.
“È molto bella e molto giovane”, si limitò a dichiarare.
“La mia padrona, la Regina, si aspetta un giudizio più approfondito da voi”, rispose la Strega. E aggiunse: “Le ho esaminate e soprattutto ho chiarito cosa ci si attende da loro; potete avvicinarvi, mastro Wissen, non vi farà del male. E voi, generale, avvicinatevi all’altra puttana e spiegateci come la avete conosciuta. Non vorrete disobbedire, spero”.

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Festa a Corte (1)

La Galleria degli Antenati era uno dei posti più tetri della Reggia Nera. Una lunga sala dal pavimento di marmo nero, le cui pareti di pietra grigia erano ricoperte dai ritratti dei Re che si erano succeduti sul Trono Nero, a partire dai più lontani Tempi Eroici. Niente finestre, l’illuminazione era scarsamente assicurata da lampade ad olio che pendevano dall’alto soffitto a volta; poca luce, in effetti, e parecchia umidità, ed i ritratti più antichi erano diventati quasi indecifrabili.

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