Le Terre alla rovescia (4)

Roslyn lanciò un’occhiata non al braciere con la brocca accanto, ma all’ingresso dell’alloggio, due tavole di legno che combaciavano alla perfezione ed alla perfezione si incastravano nelle pareti. Belladonna sorrise prima di continuare:
“Toson è lì fuori, ma se parleremo in Alto Elfico non potrà capirci. Allora, hai fatto la tua scelta, piccola Roslyn?”
“Non è una scelta, Morwen. E quando avrai finito con me mi ucciderai?”
“Vorrei proprio evitarlo. Piccola Roslyn, io non sono una assassina, anche se ho cercato di diventarlo dopo che re Szibelis mi ha esiliata, sono un soldato e di un soldato ho tutti gli appetiti. Sei disposta a soddisfarli?”
Roslyn rimase in silenzio per qualche istante, prima di assentire col capo e di rispondere:
“Sì, certo, sono nelle tue mani. Non vuoi liberarmi? Potrei darti piacere meglio e di più”.
“Piccola Roslyn, mi piaci di più così. E’ stato Toson a legarti?”
“No, Toson mi teneva ferma, ma è stato il piccolo lanciere con i capelli corti come i tuoi”.
“Rebon trova sempre il modo di anticipare le mie richieste: stai benissimo, e potrò giocare con te in tutti i modi. E vedrai, penso proprio che troverai il piacere anche tu”.

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Le Terre alla rovescia (3)

L’accampamento era stato montato in fretta, sotto la supervisione di un giovane capitano riparata nel Regno Nero da uno dei piccoli Regni del Sud per sfuggire alla sorte del resto della sua famiglia, artigiani indebitati e venduti come schiavi, e dalla quale aveva imparato i principi delle costruzioni. Barriere di tronchi, capanne di frasche e, al centro, una baracca costruita senza neanche un chiodo, con tavole piallate ed incastrate l’una nell’altra, per ospitare Belladonna. La quale Belladonna, prima di poterla occupare, dovette occuparsi di persona dei turni di guardia, anche per spiegare agli alfieri ed ai lancieri che non era una buona idea accendere il fuoco proprio accanto a loro. Le compagnie dell’armata Elfica disponevano di piccoli bracieri chiusi e schermati, proprio per occasioni del genere, le sentinelle del battaglione Nero avrebbero dovuto accontentarsi di una coperta in più.

“Il fuoco vi acceca, e nel buio non vedete più niente. In compenso voi sarete perfettamente illuminati dalle fiamme; non è meglio provare un po’ di freddo ma restare vivi?”, aveva concluso. E aveva ordinato di spegnere i fuochi anche in tutto l’accampamento, lasciando le braci sotto la cenere.

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Le Terre alla rovescia (2)

Anche Rebon e Tessa si erano coperti con pesanti mantelli e sembravano del tutto a loro agio: avevano rifiutato i cavalli e avevano marciato senza apparente sforzo, tenendo il passo con il gigantesco lanciere nero. Rebon intercettò lo sguardo di Belladonna e fece un piccolo cenno di assenso col capo prima di parlare in tono neutro:
“Mia signora, raggiungeremo la testa della colonna se ci vorrai indicare il luogo in cui ci fermeremo per la notte. Suggerirei la seconda collina dopo il confine. Potrò prepararti la tenda e fartela trovare pronta quando arriverai, se mi dai il permesso di andare avanti con Toson, ti lascerò Tessa di scorta”.

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Le Terre alla rovescia (1)

Belladonna fermò il cavallo e si voltò: i carri che procedevano in lunga colonna, inframmezzati da compatti manipoli di lancieri, costituivano una specie di incubo, ed ai suoi occhi quello più che un battaglione in marcia sembrava il trasferimento dell’intera popolazione di una città. Dalla piccola altura su cui si trovava vedeva fino alla coda della colonna, e sapere che, sulla strada parallela, stavano marciando altri lancieri e rotolando altri carri non la aiutava certo a sentirsi più tranquilla. Si fidava dei suoi ufficiali, molto meno delle scelte politiche che, come era chiaro, avevano causato i suoi nuovi ordini.

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Viaggi

Gran traffico, qui nel Regno del Nord, che poi è l’anticamera del Nord vero e proprio, oltre la Frontiera. Lo ha attraversato il giovane Gujonnen, lo sta attraversando la nostra Elfa preferita alla testa del suo battaglione.

Già, abbiamo lasciato Belladonna con una cicatrice in più ed un amante dalle generose proporzioni; può essere interessante scoprire come se la sta cavando, anche se non ha ancora portato in combattimento, su questo nuovo terreno, le sue truppe.

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