Il gigantesco lanciere non dette segno di aver udito, ma prese a spazzare l’aria davanti a sé mulinando la lunga lancia come un altro avrebbe fatto con la spada; Rebon e Tessa fecero un passo avanti per schierarsi in linea di fronte con lui e Tessa, alla sua destra, cercò di affiancarsi ad un fante armato alla leggera per completare l’allineamento. Il fante venne spazzato via da un lanciere Elfo che lo infilzò colpendolo sotto l’ascella destra; l’Elfo, sull’impeto, puntò Tessa. Un passo e Belladonna si frappose, la spada frullò nell’aria e intercettò la punta della lancia; l’Elfo mollò la presa prima di essere gettato a terra e passò lo scudo dal braccio sinistro al destro. Belladonna non riuscì a colpirlo con la spada e dovette fare due passi indietro; l’Elfo sapeva usare lo scudo anche come un’arma offensiva, e Belladonna dovette indietreggiare ancora, lasciando nuovamente scoperto il fianco di Tessa contro cui l’Elfo si avventò; Belladonna non poteva stare a guardare: lasciò cadere la spada e con un solo gesto mosse le dita della sinistra, impugnò con la stessa mano Sorriso Solitario e affondò dal basso verso l’alto, proprio sotto lo scudo che l’Elfo stava brandendo di taglio per colpire la ragazza.
Continua a leggere →