Prima della battaglia (1)

In cima ad una collinetta, ad una giornata di marcia dalla capitale del Regno Nero, il generale Deron aveva posto il proprio comando, approfittando di una vecchia casa patrizia abbandonata da tempo. Intorno, si era accampata la sua armata, composta dalla Guardia, le forze richiamate da Castel Gelo e le riserve di Castello Tonante. Grazie ai falchi della Regina aveva abbastanza chiaro il quadro della situazione, e non ne era soddisfatto, dal momento che una armata Elfica si stava avvicinando e sembrava superiore per numero ed armamento. Nemmeno l’annunciato arrivo dell’armata di Belladonna, con i veterani temprati da una campagna al Nord ed i rinforzi del Regno dei Boschi, poteva mutare la situazione.

Attorno al tavolo, coperto da una enorme e dettagliata mappa della zona, Deron era affiancato dal generale Samel, che sembrava a disagio non avendo alla mano neanche un lanciere, e dal colonnello Dinonnen, che compulsava nervosamente un plico di messaggi appena consegnatigli, con gli elenchi delle perdite subite dalle sue truppe impegnate a Nord della Frontiera ed ora aggregate all’armata di Belladonna; in un angolo, in posizione di rispetto, il giovanissimo alfiere che fungeva da aiutante di campo del generale Deron, lo sguardo perso nel vuoto.

Dall’altra parte del tavolo c’era infatti la Regina, che aveva scelto la tenuta da battaglia della Guardia, tunica e brache di un nero profondo, e stava usando una parte del potere per nascondere il ventre ormai gonfio, affiancata da due Streghe: da un lato la sua, con un nuovo collare di pelle nera ornato di lucidissime borchie d’argento dal quale scendeva una catenina d’oro agganciata all’anello che le ornava la succosa vagina, dall’altro la moglie di mastro Wissen, la vita sottile stretta da un’alta e pesante cintura d’oro ornata di pietre preziose, gli anelli che le foravano il capezzolo e la succosa vagina uniti da una catena più lunga e più pesante di quella che portava la sua sorella.

Quasi sulla porta, Belladonna era a sua volta irrigidita in posizione di rispetto, in attesa che le venisse rivolta la parola. Non era stata una sorpresa per lei, dal momento che Rebon, nel corso dell’ultima clessidra, mentre marciavano all’avanguardia del battaglione per mettersi finalmente a rapporto, le aveva fornito tutte le informazioni necessarie; ormai Belladonna si era abituata a contare sulle incomprensibili capacità del suo piccolo lanciere che sapeva sempre tutto.

Pochi giorni prima, mastro Wissen era stato trovato morto nel suo studio, accasciato sul tavolo dove raccoglieva gli strumenti e le carte relativi all’arte sua ed al complesso esperimento che, avviato dallo sfortunato mastro Petar, era ormai prossimo alla conclusione. Nulla era in disordine, nulla mancava, ed il corpo del cerusico non recava traccia di violenza; se qualcuno, nella cerchia più vicina alla Regina, aveva dei dubbi o dei sospetti si era ben guardato dal palesarli, anche quando, ormai vedova, la Strega si era finalmente arresa e trasferita nei quartieri delle favorite, dividendoli con la sorella della quale la Regina non faceva più a meno neanche per una piccola clessidra.

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