Contromisure (1)

Hideanseek chiuse gli occhi e si passò delicatamente le dita sulle palpebre; le pupille gli bruciavano per la stanchezza e per il fumo sottile che si alzava dal braciere in cui il terriccio del Nord bruciava per riscaldare la stanza. Stanza che costituiva tutta la sua casa, in una città abbandonata da tempo, così tanto che nessun Barbaro ricordava più neanche quale estinta famiglia una volta vi abitasse.

Il mago, dopo una breve discussione con Born Adamsson, Fray Rignarsdottir, Damar Astriksdottir ed i messaggeri delle famiglie con le quali il primo e Astrik Dafarsson avevano stretto patti di amicizia, aveva fissato proprio lì la sede dell’armata del Nord, ancora in corso di costituzione e, soprattutto, di addestramento. Il che comportava lavoro ininterrotto, da prima dell’alba a ben oltre il tramonto, per lui e per i suoi più stretti collaboratori. Il problema più semplice comportava clessidre e clessidre di discussione, per non urtare la suscettibilità dei Barbari, alla cui mentalità il concetto di gerarchia ed obbedienza era estraneo. L’ultimo affrontato era quello dei colori che avrebbe vestito l’armata: nessuna famiglia sembrava disposta a rinunciare ai propri. finché Sim ebbe l’idea migliore per uscire dal vicolo cieco in cui sembravano essersi cacciati. L’armata stessa, aveva suggerito, è in realtà una famiglia di cui i migliori guerrieri fanno parte, e deve avere i propri colori, diversi da tutti gli altri; ed erano stati così scelti il giallo ed il nero, colori che nessuna famiglia usava perché considerati infausti, anche per significare che i guerrieri che li portavano erano pronti ad affrontare anche la cattiva sorte per il bene di tutto il Nord.

Sim e Sem si erano assunti il delicato compito di organizzare i gruppetti di guerrieri trasformandoli in manipoli e compagnie; delicato perché non si poteva urtare la sensibilità dei barbari che pretendevano di essere i migliori guerrieri delle Terre Conosciute ed erano convinti di non avere niente di imparare. Non solo delicato, anche faticoso, nel freddo delle brevi ore di luce. Ci sarebbe voluto tempo, anche perché per il momento non c’erano guerrieri a sufficienza che per due compagnie di cavalleria ed una di fanteria; una volta addestrati, avrebbero costituito il nucleo di graduati ed alfieri che avrebbe inquadrato le nuove reclute attese con la fine del comando del Generale Inverno. Tutti erano però consapevoli che l’Armata avrebbe dovuto combattere, e presto, anche se scarsamente preparata e poco numerosa, se i guerrieri del Sud non avessero lasciato in fretta la terra degli Uomini Liberi.

Il mago non era meno impegnato. L’ultimo problema che aveva dovuto affrontare era quello dei volontari, un piccolo ma continuo flusso di Barbari che si presentavano per arruolarsi, senza il permesso delle famiglie. Tra loro, molte donne. La società degli Uomini Liberi, nonostante il nome, non era sessista, ed il ruolo delle donne era importante e rispettato, ma erano escluse dal mestiere delle armi, forse perché erano considerate già abbastanza pericolose a mani nude. Scegliere se accettarle o meno nella nuova armata non era stato facile: Damar Astriksdottir era favorevole, Fray Rignarsdottir contraria, ed i pareri delle due donne, la moglie e l’amante, la figlia di un re e la maga di una potente famiglia, avrebbero avuto grande peso sulle reazioni degli Uomini Liberi. Il mago era riuscito a far sì che nulla trapelasse ed aveva deciso per il sì, ponendosi un nuovo problema, dal momento che le donne non avevano in genere alcuna preparazione nell’uso delle armi, e fu Sem a trovare la soluzione formando i primi manipoli di lancieri mai costituiti a Nord della Frontiera. Le donne Barbare, addestrandosi assieme, avevano presto ottenuto non solo ottimi risultati nella preparazione, ma anche invidiabile spirito di corpo.

E ora a rapporto davanti a lui vi era una di loro, alfiere dei Lancieri del Popolo Libero, che aveva condotto i suoi tre manipoli in una marcia di addestramento di una intera giornata, dall’alba all’alba successiva.

“Hide Attempsson, sono sicura che questa notizia debba essere riservata alle tue orecchie; io ho già ordinato alle mie donne di dimenticare cosa hanno visto”.

Il mago annuì e si sforzò di fissare negli occhi la Barbara che gli stava di fronte, ancora avvolta nel mantello con i colori gialli e neri che in qualche modo sottolineava le sue forme potenti ed eccitanti e con i capelli rossi coperti da un sottile strato di ghiaccio; la donna non mostrava alcun segno di stanchezza e si esprimeva nella lingua comune quasi senza accento, i suoi occhi verdi brillavano di intelligenza.
“Hide Attempsson, eravamo a metà dell’esercitazione e la mia avanguardia ha visto guerrieri del Sud che avanzavano lungo la strada della Frontiera. Le mie donne si sono riparate e sono certe di non essere state viste. Hanno atteso due clessidre, hanno contato i guerrieri e sono tornate indietro a riferire: ecco quanti erano”.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.